OCCHIO: degustazione, esegesi...   ESPRESSIONI: visioni, letture, arte...

giovedì 30 luglio 2009

buffa decorrenza

Jörg Buttgereit Gli esordi

Abbiamo deciso di spaziare attraverso la filmografia di questo controverso creatore, osannato e denigrato allo stesso modo. Difficile etichettarlo, i suoi esordi sono nettamente grotteschi, ma la sua consacrazione fa pesantemente leva su tratti psicologici, tematiche comunque non parche di macabre applicazioni. Ciò che descriviamo è il complesso delle sue opere come "director", tenendo presente che ci si è avvalsi della sua presenza anche in altre sedi, come attore, effettista ecc.
Mein Papi (1982): filmato dall'aspetto casalingo, ma che vuole raccontare storie della famiglia dell'autore. Nonostante sia il primo film ufficiale sembra realizzato meglio di altre situazioni successive.
Captain Berlin - Retter der Welt (1982): parodistica storia di un supereroe in lotta con i malvagi di turno, all'interno di una Berlino Ovest sconfinata ed algida. Nulla di rilevante, un puro esperimento giovanile. Meritano citazione le musiche, tipica elettronica ossessiva del periodo, ad opera di Peter Synthetic.
Der Gollob (1983): Si rimane nell'amatoriale classico, con una storia horror-fantascientifica. Il plot narra di una pizza mutante che perpetra una serie di assassinii. Anche qui è evidente la carica volutamente umoristica, nonostante qualche omicidio deviato sul serioso. Effetti super essenziali e recitazione "di amicizia", discrete comunque le location e il main theme. A cercar forzatamente potrebbe essere trovata ache una critica anti consumistica.
Horror Heaven (1984): inizia ad intravedersi un certo stile (sempre sotto un'ottica sotto professionale), c'è maggiore cura e meno improvvisazione. Il titolo è azzeccato, è un collage di storie su alcune creature classiche del genere terrorifico... e non solo... In esame una mummia, la creatura di Frankenstein ed un clone di Godzilla, con l'aggiunta di una donna cannibale e il riesumato Captain Berlin. Anfitrione lo stesso Buttgereit. La crew è sempre mossa innanzitutto dallo svago, il trucco alla bell'e meglio. Nella storia del simil Godzilla trova posto anche il passo uno.
Blutige Exzesse im Führerbunker (1984): un delirante Hitler di cartapesta vede ribellarsi due cadaveri adibiti a probabili esperimenti. Finirà smembrato in tutta la sua pochezza.
Hot Love (1985): storia d'amore noir, con personaggi felicemente stereotipati. La piega presa successivamente è di quelle tragiche e il tutto sfocerà in un interessante finale con rimandi quasi Lynchiani. La rappresentazione generale è accettabile, presente anche una dose discreta di inquietudine. Probabilmente uno dei migliori corti d'entrata in scena.
In questi anni di produzione sono nati anche So war das S.O.36 e Jesus - Der Film, che non abbiamo considerato in quanto trattasi di collaborazioni con altri registi.
La filmografia non ufficiale fa rientrare anche Der Explodierende Turnschuh, Der Trend, Manne The Muwie e Das Letzte (una sorta di making of della presentazione di Hot Love).

domenica 26 luglio 2009

Divagazioni

Apriamo una parentesi atipica.
La segnalazione tratta l'amatoriale, ma quello più puro. Necessario: una telecamera e tanta naturalità.
Niente approfondimenti sceneggiativi, né grandi mezzi né esperienze cinematografiche professionali. Occhio puntato sul territorio, sulle sue sfaccettature, modi di vita, sul suo vernacolo.
Ortensia Amore Mio(link): demenzialità e nonsense imperano. La storia? Semplicemente un pomeriggio collinare con i suoi contorni. La caratterizzazione anarchica ed improvvisata può inaspettatamente nascondere tratti più profondi, addirittura critiche e rimandi...
L'Uomo Pene(Prima parte - Seconda parte):
il corto ha subito un recente restyling che l'ha trasformto in una creatura weird. Il plot ricorda vagamente la fantascienza anni cinquanta/sessanta, con i suoi cliché e peculiarità. Contenitore di tipologie e personalità del posto, fa leva soprattutto su stacchi simil onirici. Demolitore di miti e tabù.
Qualcuno ha definito questi short dadaisti, può darsi che lo siano. Può darsi che lo sia anche questo scritto.

mercoledì 22 luglio 2009

semplice e diretto

Конфликт (Konflikt)
1983
Unione Sovietica
Regia: Garri Bardin
Scritto: Garri Bardin

Sceneggiatura di Bardin per animazione sovietica minimalista, il conflitto visto attraverso oggetti, in questo caso normali fiammiferi.
Prevaricazione, violenza, annullamento culturale, presuzione, manie di grandezza, terrore, morte... Incredibile come un'animazione così sobria possa dare un messaggio talmente forte.
Gruppi di fiammiferi si fronteggiano su un campo da battaglia di stoffa, passaggio alle maniere forti dopo un tempo determinato all'interno dei propri confini. Stop motion imperante e risultato pienamente soddisfacente.
L'anno ed il luogo di produzione rendono pienamente l'idea del "rilassamento storico" prossimo ad arrivare...
Sette minuti da dedicare esclusivamente alla riflessione.
Reperibile anche presso i comuni siti di condivisione video.

mercoledì 8 luglio 2009

angosciosi borghi

Bambini, ragni e altri predatori
Eraldo Baldini
Einaudi

Quante volte ci si ferma a ricordare l'infanzia, con la sua connotazione spensierata e la semplicità del vivere. Nel panorama letterario c'è anche qualcuno che la racconta diversamente; costui è Eraldo Baldini.
Il tutto non si limita alla riproposta macabra ed ombrosa dei proprio ricordi di bambino, ma si espande verso quotidianità di ogni sorta: mondo animale, culto, denaro, lavoro, guerra... Normale anche l'incrociarsi di tutti gli aspetti, analizzati con l'occhio di chi ha vissuto e continua a vivere la provincia, quella dei prati, dei mari e delle ginocchia sbucciate. Tante volte è stato battuto questo terreno, ma un'attenzione così profonda ai dettagli psicologici e comunicativi è cosa più che rara.
Molto viene demolito ed altrettanto viene avvalorato. Credenze e leggende di ogni sorta, che magari cambiano velatamente di regione in regione, di paese in paese. Gli aracnidi porterebbero fortuna? Ci pensa il racconto Il ragno a dire il contrario, l'entità della storia è un ciclone che spezza totalmente la quiete del protagonista. L'uccisione del maiale, nonostante l'efferatezza, è notoriamente un momento di acquisizione di beni, ma ne Il carognone si trasforma in un incubo da fare invidia agli eco-vengeance con creature marine, cani ed orsi ben più famosi. I nonni sono personcine amorevoli e piene d'affetto? Come gli indiani ci mostra un reduce connotato da uno spirito selvaggio, tutto grazie ad un'esperienza fanciullesca fuori dai propri confini. Per non parlare dei genitori, il declino proposto in Affetti familiari è grottesco, ma profondamente metaforico e toccante per tanti casi. Sotto lo stesso tetto ridiscende nuovamente verso la terza età, truci pensieri pervadono il racconto, anche se mossi dai famosi nobili sentimenti antichi.
C'è spazio anche per le figure mostruose (La Bestia della palude, E poi c'era l'Uomo Occhi Marci), quelle leggende di spaventosi umani che hanno accompagnato tutti noi.
Sacro e profano esistenti grazie a La croce del drago e Gli amici di Sara, beneficio del dubbio e psicologia sociale ben presenti.
Le figure di pescatori e cacciatori, già descritte in modi forti più di una volta, rivivono in Pesca grossa e in Nebbia grossa e galline nere; la seconda storia non sfigurerebbe affatto sul grande schermo.

Essendo un libro di nuova edizione, non poteva mancare la mondanità e la disillusione dei valori, l'immigrazione e la futilità di alcune visioni di vita: Notturno con violino e Cenerentola 2000.
La seconda guerra mondiale, prima, durante e dopo: La solitudine della medusa e, la più corposa novella del libro, L'Uccisore, toccano storicamente. La prima illustra i postumi di un delirio e del suo codone di conseguenze, la seconda fa uso di salti cronologici che ben rendono la memoria, la caratterizzazione e il disincanto negli animi di chi vide quegli orrori.

La scrittura è scorrevole, semplificata quanto basta per una lettura tutta d'un fiato, comunque non priva di termini aulici. A tratti potrebbe nascere un sentore di prevedibilità, ma supponiamo sia un condizione normale da narrazione di folclore.
Dopo aver raccontato dei vostri giochi all'aria aperta di un tempo, potreste fermarmi a riflettere sull'oscurità rurale, il libro in questione sarebbe utile allo scopo.

sabato 4 luglio 2009

le due strade

Night of the Demon
(La notte del demonio)
1957
Regno Unito
Regia: Jacques Tourneur
Soggetto: Montague Rhodes James
Sceneggiatura: Charles Bennett, Hal E. Chester, Cy Endfield

Intramontabile e di stile, tipico delle opere di Tourneur. Classe da vendere, unita al terrore strisciante immerso in un noir da antologia. Nel nostro paese ha inciso ed incide una distribuzione travagliata, la versione doppiata è sparita dalla circolazione e la reperibilità è limitata alla versione originale, magari con il supporto didascalico di qualche appassionato...
Uno scienziato, il Dr. John Holden, si sposta dagli USA all'Inghilterra per tenere un congresso. Un presunto omicidio di un collega porterà la sua strada ad incrociarsi con quella del Dr. Julian Karswell, personalità totalmente contraria. Proprio questo contrasto sarà il tema centrale della pellicola: razionalità contro irrazionalità. Come il collega deceduto, Holden si ritrova con una diabolica maledizione di morte che all'inizio prende con distacco e materialismo, ma che in seguito inizierà a preoccuparlo causa caduta delle proprie sicurezze e convinzioni. Per tutto il film aleggerà l'incertezza, nulla sarà spiegato secondo una precisa modalità di pensiero.
Il cultore cinematografico noterà la pregevole realizzazione: inquadrature da oscar e tocchi classe vari in abbondanza, ottima anche la recitazione dei protagonisti, si rileva in particolare il mefistofelico Karswell, perfetta rappresentazione di quotidianità maligna. Davvero pregevole per il tempo anche la realizzazione dell'entità, anche se a nostro avviso un pizzico ridondante, l'intera durata basta sul sussurrato e sull'indotto avrebbe avuto maggior compatibilità con il tema trattato.
Liberamente ispirato al racconto Casting the runes di Montague Rhodes James, maestro del terrore britannico a cui dedicheremo sicuramente qualcosa di più corposo.