OCCHIO: degustazione, esegesi...   ESPRESSIONI: visioni, letture, arte...

venerdì 25 settembre 2009

gira...

うずまき (Uzumaki)
2000
Giappone
Regia: Higuchinsky
Scritto: Junji Ito, Kengo Kaji, Takao Nitta, Chika Yasuo

Plot deboluccio per un'esplosione visivamente originale.
La spirale; elemento che, vista anche la sua composizione e l'uso derivativo del termine, innesca una serie di eventi a catena in una piccola cittadina giapponese.
Gli effetti non sono strabordanti, ma scelti deliziosamente per infarcire uno scenario canonicamente nipponico, fatto di quei luoghi e personaggi che ormai conosciamo anche noi europei. Tutto ciò viene colpito e sovvertito, il vortice risucchia man mano tutti.
Stile di ripresa particolarissimo, da solo vale davvero almeno una visione; presente, in questi termini, anche un evidente omaggio al maestro Yasujiro Ozu, ai suoi dialoghi con inquadratura frontale.
C'è posto anche per qualche momento inaspettato ed inquietante, insieme a scene dal sapore parodistico e paradossalmente conturbanti: alcuni visi, corridoi "particolari", situazioni drammatiche in un certo qual modo affrontate con leggerezza...
Visione non impegnativissima, supportata anche da doppiaggio in italiano.
Tratto da un manga e definito una delle migliori pellicole terror giapponesi.

mercoledì 16 settembre 2009

flessuosità

빈 집 (Bin-jip)
(Ferro 3 - La casa vuota)
2004
Corea del Sud
Regia: Ki-duk Kim
Scritto: Ki-duk Kim

Un'emozione sensoriale: termini utili per definire questo film.
L'estetica dell'impalpabile, dell'etereo e del suo presenziare sulla Terra.
Un giovane, Tae-Suk, "vive" delle abitazioni, approfittando dell'assenza dei proprietari. In una sfarzosa villa viene a contatto con una donna maltrattata dal compagno, da qui l'inizio del condividere.
Una trama leggera come i movimenti del protagonista nella scena della cella, come la personalità della ragazza incontrata. Notevole come l'uomo viva gli oggetti che trova nelle case, nel modo più naturale ed accurato sentimentalmente, come potrebbero farlo i proprietari. Questi però, a parte un esempio mostrato, li usano come estensione delle loro frustrazioni e disagi, sarà anche il ragazzo a farne le spese, non per contatto volontario, ma per maligna imposizione della società materialista. C'è la sua voglia di cambiare le cose positivamente, rappresentata metaforicamente dal lavaggio dei panni presenti e dall'aggiustare degli oggetti trovati danneggiati, nonché il tentativo di dividere il bene trovato (vedi scene delle foto).
Evocative anche le sequenze del golf: Tae-Suk porta via al marito della donna mazza (da qui il titolo della pellicola) e palline da golf, che userà tenendo le sfere legate con un laccio ad un albero. Fantasia che non vuole prendere il volo? Nonostante si spinga con forza, viene, da molti, immobilizzata? C'è anche un epilogo tragico, la pallina si distacca e ferisce una donna, possibile volto delle derive violente e dannose.
Finale da antologia: quello che non si può cambiare può essere compensato con l'anima...
Musica sublime e dolcezza generale, ottima la scelta di non far parlare mai i protagonisti.
Film consigliato davvero a tutti, ci ha sorpreso il fatto che, attualmente, in altri Paesi possa essere creata e "massimalmente" apprezzata un'opera così profonda e sensibile, mentre nelle nostre lande è arcinoto che bisogna sfornare carne e potere in quantità, nonostante le rare eccezioni.
Da vedere senza attendere remake arrogati e cambiati di senso.

mercoledì 9 settembre 2009

Vecchie abitudini

77 leggende praghesi
Alena Ježková
Práh


Se la nostalgia per i vecchi libri di fiabe sfiora il lettore, la soluzione è in questo volume. Una miriade di leggende locali, divise egregiamente secondo i quartieri praghesi, dai differenti toni: romantico, esistenziale, terrorizzante, umoristico... Colpisce lo stile ultra semplice, fanciullesco, che rende l'opera utile e fruibile dai bambini(magari fra un'imitazione celebrativa per Cannavaro e un video sul cellulare...) o da quelli dentro ogni adulto. Inebriante anche nell'estetica, grandi caratteri accompagnati da disegni a tema, anch'essi dal vago sapore infantile... Alcuni racconti sembrano un po' forzati, nel senso che più che appartenere a storie classiche sembra siano messi come rimepitivo e come "giustificazione" per la presenza di luoghi, monumenti ed altro; trattasi solo di fugace e possibile impressione, non essendo esperti del tema non possiamo confermare se il tutto sia effettivamente presente nel turbine di testi passati. Da rilevare delle piccole mappe che, per ogni storiella, indicano il punto preciso dei fantasiosi avvenimenti. La versione in italico idioma non sembra reperibile al di fuori di... Praga o Cechia stessa, assente anche online. Rientra quindi nei consigli per viaggiatori, un ottimo souvenir.

sabato 5 settembre 2009

sentimento e/o sporcizia

Jörg Buttgereit
Produzioni recenti

Maturazione artistica e stile delineato si collocano in questo ultimo periodo. I film presentano una visione più patinata e pulita(non necessariamente un pregio... ) e la reperibilità è finalmente accettabile.
Nekromantik 2 (1991): seguito cronologicamente sensato, più ampio e curato dal punto di vista tecnico. Il tema portante non è estremamente diverso dall'originale, ma si susseguono dettagli e sequenze che rendono più varia la trama. In rari casi si può parlare addirittura di surrealismo, misto al "realismo romantico" infuso e consolidato. Colpisce anche l'ambiente, variato sul caldo ed accogliente, utile ad infondere allo spettatore la naturalità degli eventi. Convincenti i due protagonisti, almeno quanto la coppia del primo episodio. Presenti nuovamente sequenze reali, le papabili intenzioni dell'autore potrebbero essere quelle di voler trasformare il pubblico in parte del film, oppure indurre a semplice shock e raccapriccio. Potremmo considerare il tutto uno sfruttamento troppo profondo, una specie di sostituzione causa mancanza di altre capacità, idee o mezzi, oltretutto è sempre controverso l'uso di veri filmati, quasi una negazione del cinema stesso. Da apprezzare le musiche. Finale aperto a seguiti.
Schramm (1993). Il più cinico dell'intera filmografia. La vita di un uomo disagiato, attraverso la sua mente. Apparentemente confusionario, non segue regole cronologiche ben precise né si sforza di essere chiaro, si narra di pensieri, desideri... Molto debole dal punto di vista visuale, ma anche in questo caso si fa di necessità virtù, ed un ambiente scarno appare come usuale, quindi utile al soggetto. Ha avuto un discreto seguito fra gli appassionati italiani e la sua uscita coincide con il rispolvero delle opere precedenti.
Buttgereit ha diretto anche un episodio di Lexx e due di Durch die Nacht mit..., due serie TV mai arrivate ufficialmente in Italia.
Attende distribuzione Captain Berlin versus Hitler, sorta di omaggio-ripescaggio del suo corto, e siamo nell'attesa che la sua ultima produzione, il film TV Monsterland, goda di una localizzazione.

martedì 1 settembre 2009

materia e psiche

Jörg Buttgereit
I primi lungometraggi

Dai lavori giovanili si passa al semi amatoriale, la diffusione underground aiuta a scoprire quelle che saranno le sue pellicole più note.
Nekromantik (1987). Opera di lancio, altamente rappresentativa per l'immagine del regista. Il tema è quello della necrofilia, con la sola proposta che rimane controversa anche al giorno d'oggi.
Il tentativo, come da titolo, è di illustrare tale pratica sotto una luce romantica ed armoniosa.
Una coppia si diletta con parti di corpi umani, finché non riescono a reperirne uno nella sua interezza; ciò non è difficile, l'uomo ha un lavoro particolare, si occupa della "rimozione" di cadaveri su luoghi di disastri.
Tecnicamente siamo nel ramo del "garage e amici", tutti gli attori solo la crew standard di Jörg, ed i luoghi di ripresa sono arrangiati un po' dove capita. La cosa però assume un discreto valore, le interpetazioni e le ambientazioni sono marce, dismesse e malate, il messaggio proposto è affine.
Una connotazione che vogliamo considerare è il lato grottesco dell'opera, dai più definita soltanto truce(magari nell'uso furbo ed un po' maligno di alcune sequenze lo è...). Sembra invece che, a tratti, voglia giocare con lo spettatore e con l'amore, renderlo quasi macchietta.
Der Todesking (1989) inasprisce ancor di più i temi. In questo caso non si è concentrati sulla carnalità del decesso, ma sulla sua visione filosofica.
La sinapsi vede storie di tanti individui, nel numero dei giorni della settimana. Storie tristi, angosciose, ma anche "farsesche", farse nere...
Il plot è sempre il raggiungimento della morte e i suoi perché, analizzando il quotidiano che più tale non potrebbe essere. I giorni della settimana citati sopra fungono anche da metafora di deterioramento, rappresentato anche da alcuni spezzoni che non sveliamo, fra una sequenza e l'altra.
Soliti luoghi simili e facce familiari, menzioniamo però le musiche e i curati titoli di coda.
Come per il precedente Nekromantik, anche in questo caso il soggetto è scritto a due mani con Franz Roderkirchen.