OCCHIO: degustazione, esegesi...   ESPRESSIONI: visioni, letture, arte...

sabato 28 novembre 2009

il terribile aiuto

Spalovac mrtvol
(L'uomo che bruciava i cadaveri)
1969
Cecoslovacchia
Regia: Juraj Herz
Soggetto: Ladislav Fuks
Sceneggiatura: Ladislav Fuks, Juraj Herz

Il degenero di una mente durante un evento storico, cose collegate oppure totale simbiosi.
Il sig. Kopfrkingl lavora in un crematorio nella Praga pre seconda guerra mondiale; la successiva occupazione nazista lo influenzerà, affascinerà ed aiuterà il risveglio dei suoi deliri di onnipotenza.
Collaborazionista, putrido borghese, benpensante, attanagliato dai vizi più comuni, materialmente di una repellente banalità. Nel suo io invece: liberatore di anima e corpo, purificatore, portatore di giusta morale e futuro prospero, integerrimo, addirittura punto fermo per l'intera umanità. Conosce sua moglie in uno zoo, simbolo di sopraffazione degli uni sugli altri, con i primi che si credono braccio del giusto fato, oppure gabbia di chiusura in attesa di un'esplosione psicotica; ama la sua stanza da bagno, per lui luogo di abluzione. Canonicamente perseguitato dalla propria coscienza, con due "anime" differenti, stile angelo e diavolo. Il finale sarà il continuo di una folle giustificazione, una missione per conto di uno dei mali del XX secolo.
Riproponiamo un estratto dal decennio sessanta cecoslovacco. In quest'anno La Nová Vlna subiva la ghigliottina post Primavera di Praga, ma l'opera è comunque di alto prestigio. Forse proprio per il contesto si è preferito rivolgersi, prendendo una novella dell'esperto di genere Ladislav Fuks, verso la precedente occupazione della nazione. Intendiamo portare il giudizio del film a livello di ben più note pellicole, perizia tecnica di una complicata "poesia" macabra. Presenze azzeccatissime nei loro ruoli, dal protagonista alla famiglia, dai conoscenti ai più marginali.
Un sentito ringraziamento agli appassionati che traducono nella nostra lingua i sottotitoli di queste perle, in modo che basti recuperare anche una versione straniera per goderne degnamente.

P.S. D'ora in poi presente nei testi anche chi scrive soggetto e sceneggiatura. L'idea era quella di citare solo la regia, per poi lasciare al lettore realmente interessato il documentarsi sul resto, ma certe parti sono comunque primarie ed è buona cosa, a nostro parere, riportarle.

sabato 21 novembre 2009

passione

Шахматная горячка (Shakhmatnaya goryachka)
(La febbre degli scacchi)
1925
Unione Sovietica
Regia: Vsevolod Pudovkin, Nikolai Shpikovsky
Scritto: Nikolai Shpikovsky

Seconda creazione di uno dei più bravi esponenti della "concezione del montaggio" sovietico, coadiuvato da Nikolai Shpikovsky, curatore anche del soggetto.
E' la storia di una smania collettiva circa il gioco degli scacchi, l'intera popolazione moscovita ne è completamente dipendente. C'è un ragazzo che pregiudica il suo rapporto sentimentale per studiare tattiche ed impegnarsi in sessioni anche in solitaria, proprio tramite il famoso immaginario del cambio repentino di seggiola. Non difficile farsi passare per la testa l'allegoria del vizio, dell'esasperazione, degli eccessi circoscritti ad un'unica fascia, che preclude altro; nella pellicola gli scacchi, nel mondo attuale i social network (un esempio fra tanti, però permetteteci di non accostare più di tanto le due cose, gli scacchi sono comunque un gioco che tiene in movimento la mente, sempre)? Finale che sembrava dirigersi sullo spirito di sacrificio e di adattamento, per poi velocemente cambiare rotta...
Realizzazione da alta scuola, sequenze veloci che ci mostrano una Mosca innevata con le sue molteplici caratteristiche.
Cameo per il campione di scacchi cubano José Raúl Capablanca.
Presente su Youtube, lì soltanto in russo:
PARTE UNO
PARTE DUE

martedì 10 novembre 2009

corridoi

Postava k podpírání
1963
Cecoslovacchia
Regia: Pavel Jur
ácek, Jan Schmidt

Scritto: Pavel Jurácek, Jan Schmidt

Parliamo della Nová Vlna, il movimento culturale cecoslovacco che creò una partenza creativa e i presupposti per un futuro di maggiori espressioni in vari campi; il tutto scemò con la Primavera di Praga, nonostante la volontà di Dubček utile anche ad una continuazione della cosa...
Torneremo sicuramente a parlare di essa, ora però ci concentriamo su un mediometraggio di due figure molto influenti nel panorama cinematografico statale: Pavel Jurácek e Jan Schmidt, registi e ideatori di quest'opera.
Un uomo e il resto dei cittadini sono alla ricerca di Joseph Kilian, metafora di un'immagine del potere invisibile, velato e conosciuto nello stesso tempo, spesso ritenuto sano a prescindere. L'uomo si ritroverà anche ad affittare un gatto in una fantasiosa agenzia, ma la sua azione non potrà avere un fine, la burocrazia lo farà sprofondare in un baratro infinito, quello che il popolo "non comprende".
Ogni scena è una descrizione sociale profonda: il micio come volontà di espressione artistica poi castrata, l'operaio con lo scaldabagno simbolo di necessità di rinnovamento, quello che non salirà le scale e finirà giù per i gradini delle difficoltà formali. L'esplicita carta suggerimenti dei lavoratori vuota, la fila in un ufficio che in realtà è inesistente. Angoscianti i momenti in cui giri verbali e di concetti stringono il petto del protagonista, il fine è un'ammissione di colpa verso l'apparato autoritario, quel capitalismo di stato erroneamente definito socialismo o comunismo.
Joseph Kilian è tutti e nessuno.

martedì 3 novembre 2009

profondità, ma non solo...

Alien 2 sulla Terra
1980
Italia
Regia: Ciro Ippolito, Biagio Proietti
Scritto: Ciro Ippolito

Dirigiamoci verso quello che, con discreta superficialità, è definito trash, termine che dovrebbe racchiudere svariate pellicole di altrettanto disparati generi. Evidente che non concordiamo con il termine, troppo difficile definire questo presunto aspetto nel largo panorama cinematografico.
Qui siamo nella fantascienza, ma non quella a stella e strisce carica di effetti visivi ed eroi, siamo entro qualcosa di più pessimista e catastrofico.
Una spedizione di speleologi va temporalmente di pari passo al rientro di un nave dallo spazio; una sua componente, dotata di particolari poteri mentali, si rende subito conto che c'è qualcosa di anomalo nell'aria... Nelle grotte sotterranee dove sono diretti accadranno eventi spiacevoli, con la comparsa di esseri di un altro mondo, ma il caos sembra non essere presente soltanto entro quei confini...
Già dal titolo si denota subito il desiderio di cavalcare l'onda di pellicole di maggior successo, facendo leva sull'idea di seguiti cronologici. Il caso in questione però non è una semplice scopiazzatura, il risultato è fattivamente originale. Le sequenze sotterranee sono claustrofobiche e di ottima tensione, peccato per le numerose ingenuità, a tratti veramente ironico involontarie. Effetti da "avanzi di macelleria", le entità sono qualcosa di indefinito causa limitato budget, anche se si crea un effetto di vedo non vedo atto a non voler svelare il loro totale aspetto fisico. Comparse e presenze quasi di fortuna, non troviamo neanche i soliti caratteristi del periodo. Lode invece al finale, realizzazione apocalittica e disperata, di sicuro non un happy ending.
La pellicola è tornata alla ribalta perché il regista Ippolito ha accusato lo sceneggiatore di un recente film, The Descent, di aver rubato l'idea della trama; pare però che l'unica similitudine sia l'ambientazione sotterranea.