OCCHIO: degustazione, esegesi...   ESPRESSIONI: visioni, letture, arte...

mercoledì 28 aprile 2010

il piacere

Vigasio Sexploitation
2009
Italia
Regia: Sebastiano Montresor
Soggetto: Sebastiano Montresor
Sceneggiatura: Sebastiano Montresor, Alice Seghetti

Vigasio, perfetta location per le espressioni del cosiddetto"cinema agricolo": una situazione, un modo di vivere, più che un qualcosa catalogabile sotto una forma d'arte.
La trama parla di un contagio, ma di quelli profondi ed intimisti, alimentati dal nostro stesso inconscio represso. Quale miglior modo per rappresentarlo che un uovo? Come nei polli, vive in noi, con il contributo della nostra stessa persona; la "Macchina Morbida" viene chiamato il virus che trova terreno fertile nelle sinapsi dei contagiati, già naturalmente predisposte. Diversi personaggi vengono infettati, o per meglio dire entrano nella loro stessa spirale, e l'unico modo per liberarsi è un surrogato, non altro che la propria forza di volontà. C'è l'Agente Danger, che subirà la carnalità della Donna-Dixan, spettro di desiderio; il Dr. Muñoz (nome sicuramente ispirato da Aria fredda di Lovecraft), che seppur conscio del virus, finirà comunque nel vortice, con l'exploit dei suoi vizi voyeuristici e di gioco. A risolvere la situazione, cercando di combattere le varie forme del male, la Mummia e la "burattinaia" Signora Lena, ci sarà l'Agente Eva, ma l'epilogo si risolverà in modo alternativo...
Massima libertà di comunicazione in questa pellicola, che paradossalmente può tradursi in qualcosa di più ostico rispetto ai canoni. Il punto è proprio questo: cosa è più libero? Le pretese mainstream televisivo-cinematografiche, quelle che vogliono soltanto imporre un modello che è in realtà maschera sociale, o il progetto agricolo dove tutto viene vissuto con grande naturalezza e sperimentazione, dove non esistono nascosti travisamenti per far bella figura con il prossimo, ma maschere volutamente tali e chiare? In tempo di show urlati, remake con la sola caratteristica di caotici effetti, o mitologie e scienza proposta soltanto "baracconisticamente" troviamo in contrapposizione qualcosa di sussurrato musicalmente, quasi un alito di vento, con "verbalità" tramite intertitoli, utili a rendere le parole ancor più dello spettatore, che diventa lettore, entrando ancora più all'interno della summa agricola. Notevole determinazione anche nella scelta dei cromatismi, un verdino che unito al buio dello sfondo rende l'ambiente un limbo quasi immateriale, surreale. Complimenti quindi anche al direttore della fotografia Daniele Trani.
Per l'ispirazione gli autori citano Burroughs, lo psichedelico Begotten (made in USA ;) ) ed una vasta amalgama, a noi è venuto in mente vario Lynch, il giapponese Uzumaki di Higuchinsky e via di questo passo...
A tratti vagamente "debordiano", quasi intenzionato a distruggere l'elemento cinema come conosciuto, in favore di una manifestazione di emancipazione che rende tutti partecipi della stessa situazione.
Film, extra ed altro presenti sul sito ufficiale: http://www.vigasiosexploitation.com/
Un grazie alla "Mummia" ( http://totemica.blogspot.com/) per averlo presentato ed avermi permesso di scoprirlo.

martedì 20 aprile 2010

cammino

BitterSweet
2008
Regno Unito
Regia: Alexander Bakshaev
Soggetto: Alexander Bakshaev
Sceneggiatura: Alexander Bakshaev, James Vollmar

Altro parto di Bakshaev e i suoi intimi collaboratori, condensato in venticinque minuti.
Storia di un uomo tormentato, Travis, critico e sceneggiatore cinematografico, assalito da esistenzialismo, alla ricerca di un compimento... Gli aleggia intorno il fantasma del suo passato amore, che influisce sulle sue azioni, lo tormenta...
Ci complimentiamo con gli autori innanzitutto per la forma tecnica, l'opera non appare affatto come amatoriale, c'è un gusto dell'inquadratura di gran rilievo. Sono soprattutto gli interni a spiccare, vi è una notevole valorizzazione delle geometrie.
La recitazione, con l'evolversi della vicenda, è molto emotiva, intimista, un viaggio all'interno dell'anima del protagonista. Evidenti influenze "godardiane", con un omaggio diretto tramite locandina di "Fino all'ultimo respiro". Presente anche la spiaggia, simbolo di "arrivo" vitale. Forse uno script più acerbo di Naked Trip, probabilmente non pensabile, salvo modifiche, entro una durata da film canonico, ma comunque non banale o raffazzonato.
La direzione della fotografia è affidata a Kemal Yildirim, mentre Jason Impey ha in mano le redini di camera operatore e addetto al suono, oltre ad apparire in un cameo con Jennifer Louise Newland. Abbiamo notato anche un segno distintivo del suddetto team: l'inquadratura interna dell'abitacolo di un'auto, con la visuale del passeggero sui sedili posteriori, ormai quasi un loro marchio di fabbrica. Le musiche sono affidate al professionale Alexander "FLE" Zhemchuzhnikov, e sono d'atmosfera come sempre.
Continueremo a tenere d'occhio questo Bakshaev, che promette nuovi e particolari lavori.

lunedì 19 aprile 2010

cosa si è fatto?

Sur le passage de quelques personnes à travers une assez courte unité de temps
1959
Francia
Regia: Guy Debord
Scritto: Guy Debord

La ricerca del passaggio all'interno dell'inverno e la notte della vita.

Spiegazione epoca di trasformazione: dialettica, con contrapposizione fra forze produttive della società e i rapporti di produzione.

La natura dell'individuo inespressa, persa nell'urbanizzazione del capitale.

Burattinaio su cultura.

Cinema: riversamento di mancanze, quindi morto.

Star: specchio di lontananza.

sabato 17 aprile 2010

trance

Dervisi
1955
Jugoslavia
Regia: Aco Petrovski

Breve documentario sulla setta musulmana Rifai e sui dervisci, locati a Skopje, in Macedonia, luogo di produzione della pellicola.
Riprese all'interno del tempio dedicato, con narrazione che spiega nel dettaglio usanze ed arredo sacro.
Suggestiva ed ipnotica la realizzazione, soprattutto nella parte finale, dove i toni si fanno macabri, per via di alcuni riti attivi sulle proprie carni. Importante anche il sonoro, con le musiche e i canti originali.
Memoria storica di luoghi mutati e variegati...
Su Europa Film Treasures.

sabato 10 aprile 2010

due lampi

Parliamo di due estratti, estrapolati dal film ad episodi Gakkô no kaidan G, del 1998. Vi hanno partecipato diversi autori, ma vogliamo concentrarci sulle tranche scritte e dirette da Takashi Shimizu, diventato famoso per i vari Ju-on e relativi remake statunitensi.
4444444444: evidenti "prove tecniche" per i successivi lungometraggi, il plot dirà qualcosa a chi ha conosciuto prima le altre pellicole.
Un ragazzo trova un cellulare e...
Da notare la presenza del lato oscuro della tecnologia, questo nell'anno in cui è appena iniziata la larga diffusione per il J-Horror, filone che ripresenterà il tema. Ottimo anche lo scenario naturale, decisamente partecipe.
Katasumi: di nuovo personaggi riutilizzati in seguito, con ambientazione studentesca che fa pensare, come anche nell'altro corto, a leggende metropolitane che corrono fra i giovani.
Entrambe le opere durano soltanto sui tre minuti, ma l'impatto è sorprendente...
Noi li abbiamo visionati con i sottotitoli in italiano, ma su YouTube si trovano delle buone versioni "subbate" in inglese.

martedì 6 aprile 2010

bianco e nero

Hurlements en faveur de Sade
1952
Francia
Regia: Guy Debord
Scritto: Guy Debord

Le arti future saranno sconvolgimenti di situazioni, o niente.



Eravamo pronti a far saltare tutti i ponti, ma i ponti ci han fatto difetto.



Da fanti perduti noi viviamo le nostre avventure incomplete.

domenica 4 aprile 2010

che la mente sia pronta a ricevere!

The Cabinet of Jan Švankmajer
1984
Regno Unito
Regia: Keith Griffiths, Stephen Quay, Timothy Quay

Gli allievi descrivono il maestro. Breve ed esplicativo cortometraggio dove i gemelli Quay racchiudono una larga fetta del mondo dell'artista ceco, tutto animato nel consolidato passo uno.
La figura principe del film, che rappresenta la persona di Jan, è un parto in stile Arcimboldo, pittore guida per tante espressioni dello stesso Švankmajer. Lo sfondo è ancora quello della Praga "socialista", descritta più per estetica che per visione sociale; dimensione surrealista, infatti viene presentata appaiata a Parigi.
Non poteva mancare l'infanzia ed il suo inconscio, che vale anche come impersonificazione dell'allievo, in questo caso gli autori della pellicola. La filosofia degli oggetti occupa gran parte dell'opera, l'unione onirico-realista prende nuovamente il sopravvento. Tempo anche per le "esperienze tattili", pratica testata da Švank e sua moglie.
Finale dedicato alla spiegazione del trasporto del surreale in pellicola cinematografica...
Scelta indiscutibilmente azzeccatissima quella della musica di Zdeněk Liška, partner storico di Jan, che, insieme alle immagini, rende il progetto non dissimile da quelli d'ispirazione.