1960
Hong Kong
Regia: Han Hsiang Li
Scritto: Songling Pu, Yue-Ting Wang
Il cinema di Hong Kong andrebbe riscoperto soltanto per il suo animo eclettico, ha saputo infatti fondere diversi generi con grande maestria: horror con forti elementi d'azione, wuxiapan con tratti macabri ed altro. Ching nu yu hun è un mix di fantastico, sentimentale ed orrore, con una storia di Songling Pu ripresa poi anche nel più celebre e recente Storia di fantasmi cinesi, primo di una trilogia di cui probabilmente parleremo anche in futuro.
Soave, con il suo incedere lento che però non annoia, merito anche della viva fotografica che trasporta lo spettatore in un ambiente etereo e fiabesco. Questo, che varia di scelta cromatica secondo tensione e calore del momento, è palesemente "cartonato", ma ciò non influisce affatto sulla resa. Parrà un accostamento anomalo, ma a tratti sembra di vedere comunanze con i lavori più noti del maestro Mario Bava.
I costumi ed il trucco dal sapore tradizionale ornano i frequenti primi piani, mezze figure, mezzi busti e, tecnica non sempre sfrutatta a dovere, piani americani, in questo caso fondamentali per l'ammirazione delle vesti. Alle seguenti maestrie aggiungiamo anche la professionale gestione delle carrellate; niente zoom esagerato tipico del periodo!
La storia parla di spettri capaci di amare esseri umani e demoni che invece fanno loro del male, con eroi pronti a risolvere le brutte situazioni.
Prodotto dallo Studio Shaw, che con i suoi film di kung fu e wuxia, è diventato il simbolo del cinema hongkonghese.
Conosciuto con il titolo internazionale di The Enchanting Shadow e, nonostante la lingua principale di Hong Kong sia il cantonese, l'audio è in mandarino.