雨月物語 (Ugetsu monogatari)
(I racconti della luna pallida d'agosto)
1953
Giappone
Regia: Kenji Mizoguchi
Soggetto: Akinari Ueda
Sceneggiatura: Kyûchi Tsuji, Matsutarō Kawaguchi, Yoshikata Yoda
Provincia di Omi, nei pressi del lago Biwa, XVI secolo: gente di campagna impegnata in mansioni quotidiane, dedita ad umili lavori, ma con il perenne timore delle ripercussioni degli eserciti impegnati nella guerra civile. Genjurô e To^bei vivono degnamente con le rispettive mogli, ma non sono soddisfatti, cercano qualcosa in più: il primo, goffo e irresponsabile, vuole diventare samurai, il secondo arricchirsi, amplificare il suo lavoro all'eccesso. Come i racconti originali di Akinari Ueda ci insegnano, finiranno nei guai, specialmente Genjurô, risucchiato da spirali sovrannaturali, affascinanti quanto temibili.
Leone d'Argento al festival di Venezia del 1953, più altre vittorie e nomination, perla della produzione di Mizoguchi. Atmosfera artisticamente soffusa, naturale, che entra man mano nella dimensione onirica e spirituale, la terra lascia il posto all'anima. Ponte di questo passaggio è una fantastica sequenza in barca sul lago, proprio come un eco a Caronte, dove la percezione di realismo si offusca, tra fumi, campi medi e figure intere. Dimunuisce anche l'intendimento dello spazio, il lavoro fotografico di Kazuo Miyagawa è magistrale. La seconda parte, con la bellissima ed eterea Lady Wakasa, interpretata da Machiko Kyō, ricorda la storia La riconciliazione di Lafcadio Hearn, proposta in modo simile nel sublime Kwaidan, una decina d'anni più tardi.
Tadaoto Kainosho e Shima Yoshizane hanno il merito dei magnifici costumi, valorizzati ancora di più dal bianco e nero della pellicola, e vestiti con classe innata sia dalla popolana moglie di Genjurô, che dall'aristocratica Lady Wakasa.
Fondamentali anche i suoni appena percettibili, le musiche tradizionali e i lungi silenzi, contorno quasi obbligato per un film così meditativo.
Queste atmosfere, così come le descrivi, mi affascinano molto... e fidandomi della tua segnalazione cercherò di vederlo!
RispondiEliminaCiao OsE :)
capolavoro immenso, e quell'anno fu ottimo per il cinema giapponese, ma l'anno dopo nel 1954... ho ben 4 capolavori giapponesi IMMENSI!
RispondiEliminaIl tuo blog mi fa notare quanto poco conosco il cinema che va al di là di Hollywood e quei pochi indipendenti che hanno raggiunto una certa notorietà... complimenti, questi post mi mettono tanta curiosità e voglia di scoprire e conoscere!
RispondiEliminaquesto è tra i massimi capolavori che abbia mai visto.
RispondiEliminanon amo particolarmente il resto dell'opera di Mizoguchi ma I racconti... l'ho trovato semplicente splendido, poetico, etereo.
(peccato per l'opera di Hearn, poco conosciuta e difficilmente reperibile)
@gaz: faresti benissimo, è poetico e soave come il tuo blog. ;)
RispondiElimina@roby: immenso a dir poco, l'ho sempre visto ad occhi spalancati. A proposito di capolavori successivi, c'è il citato "Kwaidan" che preferisco anche a questo, una visione da totale bocca aperta.
@HellCiccio: grazie per la stima, se riesco nell'intento di farvi incuriosire ne sono contentissimo!
@Einzige: mi trovi d'accordo, di Mizoguchi è l'unico che mi viene in mente, per una questione di gusti, ovviamente.
Il racconto di Hearn io l'ho letto nella raccolta "Storie di spettri giapponesi", edita dalla non notissima Tranchida. Almeno questo volumetto si trova senza problemi, al contrario di altre opere, proprio per il fatto che dicevi, Hearn non ha beneficiato di grande diffusione.
Che meraviglia l'ho visto tantissime volte! ;)
RispondiElimina@petrolio: allora sei contraddistinta da una "personalità poetica"! :)
RispondiEliminail film non l'ho visto ma ho letto il libro perché adoro Ueda Akinari. Però, non so, di solito dopo aver letto i libri, i film da cui sono tratti, mi deludono sempre. Dici che ne vale la pena?
RispondiElimina@Tokyonome85: Allora... anch'io ho il libro (ho l'edizione Marsilio) e posso dirti che la pellicola pesca da più parti, anche al di fuori di esso. Nonostante la difficoltà nel riprodurre le atmosfere cartacee ti ultraconsiglio il film, tappa obbligata per ogni nippofilo; durante la visione si respira davvero l'aria del Giappone tradizionale. Poetico oltremisura!
RispondiEliminaP.S. a proposito di grandi autori del Sol Levante, conosci Lafcadio Hearn? È un altro mio mito!
P.P.S. ieri mi è arrivato un nuovo pacco da Japan Centre! :D
assolutamente d'accordo, un film incredibile, a mio avviso (e so che sto per bestemmiare) anche superiore ai racconti di Ueda Akinari, anche se c'è da dire che in effetti racconti e film non sono esattamente la stessa cosa
RispondiElimina@Lakehurst: è vero, sono diversi causa ispirazione del film riversata anche verso altro, ma non è una gran bestemmia, penso che la pellicola valga almeno quanto lo scritto.
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