OCCHIO: degustazione, esegesi...   ESPRESSIONI: visioni, letture, arte...

mercoledì 16 settembre 2009

flessuosità

빈 집 (Bin-jip)
(Ferro 3 - La casa vuota)
2004
Corea del Sud
Regia: Ki-duk Kim
Scritto: Ki-duk Kim

Un'emozione sensoriale: termini utili per definire questo film.
L'estetica dell'impalpabile, dell'etereo e del suo presenziare sulla Terra.
Un giovane, Tae-Suk, "vive" delle abitazioni, approfittando dell'assenza dei proprietari. In una sfarzosa villa viene a contatto con una donna maltrattata dal compagno, da qui l'inizio del condividere.
Una trama leggera come i movimenti del protagonista nella scena della cella, come la personalità della ragazza incontrata. Notevole come l'uomo viva gli oggetti che trova nelle case, nel modo più naturale ed accurato sentimentalmente, come potrebbero farlo i proprietari. Questi però, a parte un esempio mostrato, li usano come estensione delle loro frustrazioni e disagi, sarà anche il ragazzo a farne le spese, non per contatto volontario, ma per maligna imposizione della società materialista. C'è la sua voglia di cambiare le cose positivamente, rappresentata metaforicamente dal lavaggio dei panni presenti e dall'aggiustare degli oggetti trovati danneggiati, nonché il tentativo di dividere il bene trovato (vedi scene delle foto).
Evocative anche le sequenze del golf: Tae-Suk porta via al marito della donna mazza (da qui il titolo della pellicola) e palline da golf, che userà tenendo le sfere legate con un laccio ad un albero. Fantasia che non vuole prendere il volo? Nonostante si spinga con forza, viene, da molti, immobilizzata? C'è anche un epilogo tragico, la pallina si distacca e ferisce una donna, possibile volto delle derive violente e dannose.
Finale da antologia: quello che non si può cambiare può essere compensato con l'anima...
Musica sublime e dolcezza generale, ottima la scelta di non far parlare mai i protagonisti.
Film consigliato davvero a tutti, ci ha sorpreso il fatto che, attualmente, in altri Paesi possa essere creata e "massimalmente" apprezzata un'opera così profonda e sensibile, mentre nelle nostre lande è arcinoto che bisogna sfornare carne e potere in quantità, nonostante le rare eccezioni.
Da vedere senza attendere remake arrogati e cambiati di senso.

10 commenti:

  1. un'esperienza unica questo cinema, di un regista formatosi con non poche difficolta'.
    difficile dire se in alcune scene (il pugile che prende i suoi guanti per picchiare il protagonista), non ci sia un voluto grottesco. molto apprezabile la scelta che ricordavi riguardo i non-dialoghi.

    RispondiElimina
  2. Mi sembra un film accattivante.
    Piacere di conoscerti.
    Buona giornata

    RispondiElimina
  3. Lo sai qunato concordo con la parte finale del tuo post???

    RispondiElimina
  4. @the black cat: mi fa piacere che tu conosca il suddetto e le altre opere.
    Sì, penso anch'io che la scena sia volutamente grottesca. Penso anche che descriva benissimo il modo di vita dei proprietari, ben diverso dalle intenzioni del ragazzo.

    @stella: piacere mio, grazie per la visita! :)

    @Guernica: lo immagino bene! Fortunatemtne qualcuno è consapevole!

    RispondiElimina
  5. ferro 3 l'ho apprezzato moltissimo... sono stata felice di averlo visto, nonostante i pessimi pareri di chi aveva già guardato la pellicola. molti l'hanno definito "noioso". io no!

    RispondiElimina
  6. Pellicola poeticissima. E' giusto dire che è caratterizzata dal diffuso stile "calmo" orientale, che può non piacere, ma è pur vero che spesso si bolla come noioso ciò che è inusuale, distante dagli standard caotico/commerciali, oppure dalle "sfornate" di casa nostra a cui mi riferivo...

    RispondiElimina
  7. Vedendo questo film mi viene da dire; "un gesto vale più di mille parole"
    (cosa che ho sempre pensato).
    Ad ogni gesto corrisponde un'emozione(il film avrebbe perso significato se non fosse stato quasi muto).

    RispondiElimina
  8. Vero, avrebbe perso quel suo significato etereo. :)
    Torna a trovarmi!

    RispondiElimina
  9. Tra i suoi non è certo il mio preferito e nemmeno questa gran cosa. Ciò non toglie.
    Certo che mi ha sempre fatto senso vedere Jae Hee in quella parte, se non altro perché chi guarda drama coreani che se lo è ritrovato l'anno seguente in Chun-hyang, e un paio di anni dopo in A Witch in Love, e poi Three Dads One Mom, fino ai due più recedenti ! Non so se ci rendiamo conto...

    (Scusa se ti vado a prendere questi post vecchissimi, meglio però, così non ti accorgi neanche dell'improprio commento ! )

    RispondiElimina
  10. @Laura: io l'ho sempre ritenuto un gran film, ma non da osannarlo come fanno certi appassionati di settore, anche per me si tende un filo a sopravvalutarlo. Comunque, grande poesia, quei ruoli sono unici, difficile riproporli.
    I commenti li ho tutti sott'OCCHIO, e mi ha fatto gran piacere vedere scrivere anche te qui!

    RispondiElimina