OCCHIO: degustazione, esegesi...   ESPRESSIONI: visioni, letture, arte...

sabato 28 luglio 2012

destinazione vassoio

Waxworks
(Cera una volta)
(Tratto da Horroriana)
Robert Bloch
Mondadori Editore

La donna dei sogni.
Bella, ardente, voluttuosa; di cera.
In precedenza aveva sposato un piccolo e alla vista sgradevole ometto, un bravo medico, una persona di tutto rispetto, ma rapito dalla sua... follia. Lei era un demonio, una Salomè moderna! Quando il destino le riservò il giusto trattamento, lui divenne ancora più geniale, divenne un artista, e tracciò una retta malvagia per permetterle di continuare le sue aberrazioni. Cosa importava se ormai era immobile, la sua malignità continuava a stregare gli uomini, fiamme selvagge erano quelle labbra, quei capelli rossi, quel corpo sinuoso... Coloro che le giravano attorno erano fortemente gelosi l'un l'altro, la desideravano più di ogni altra cosa al mondo, perché gli uomini amano le mostruosità, anche se provenienti da una femmina che è più o meno un oggetto, per una donna cattiva sarebbero disposti a dare... la testa.
Brucia, donna di cera, brucia, il tuo lascito è infinito!

lunedì 23 luglio 2012

bocche

South of South
2005
Malesia
Regia: Chui Mui Tan
Scritto: Chui Mui Tan

Kuantan, Malesia, 1982. Cibo come centralità dell'universo, atto del mangiare venerato, consumo il più possibile silenzioso e meditato, come una preghiera, ogni singola azione che compone il pasto, compresi i momenti prima di arrivare al convivio vero e proprio, viene allungata a dismisura, goduta perché possibile. Il bambino è proiettato in una situazione materialista, spinto a centralizzarsi sulla sua fortuna.
Uno splendido paesaggio speranzoso contrasta con la tristezza di rifugiati vietnamiti in cerca di sussistenza, vittime di una guerra infinita.
C'è spazio anche per la critica antigovernativa verbale, ma il tavolo e la quiete parlano il doppio.

sabato 21 luglio 2012

acredine citerina

므이 (Muoi)
2007
Corea del Sud, Vietnam
Regia: Tae-kyeong Kim
Scritto: Zizak, Tae-kyeong Kim

Il tradimento non smette mai di essere in voga, anche in Oriente. Molti hanno subito quest'onta da una persona di cui si fidavano, partendo da storie d'amore o d'amicizia. La dolce Muoi, come in tradizioni ormai ben note, da bella ed angelica in vita si tramuterà, per vendetta, in terribile da morta, uno spirito che cavalcherà gli anni facendo leva sulle vittime dell'infedeltà...
Coproduzione sudcoreana e vietnamita, ingrana, come tanti film del Sud-Est asiatico, grazie ai fantastici scenari naturali, in questo caso provenienti dalla terra di Ho Chi Minh, ricchi sempre di verde e vitale acqua, e per l'esoticità dei complessi urbani. D'aiuto il rapporto d'aspetto 2.35:1, che permette una visione ed un respiro più ampi. Fotografia curiosamente virata sul giallo, vieppiù man mano che si arriva alla fine. Giallo gelosia o contrappunto perché simbolo di vitalità? O forse la potenza vitale è quella degli esseri sovrannaturali, del rancore!
Pur presentando punti deboli quali diverse ingenuità, scopiazzature d'occidentalismi e ingolfamenti, vive della delicatezza delle due interpreti principali, l'amabile e simpatica An Jo nella parte di Yun-hui e l'ipnotizzante Ye-ryeon Cha in quella di Seo-yeon, vestite anche nella sobrietà affascinante di abiti tradizionali. Il loro rapporto, leso con il tempo tempo, è candido e perverso, suggerito ma mai mostrato apertamente, mostrato discostato o forse soltanto ambivalente. Muoi farà la parte del giudice, un terzo elemento protagonista perché mezzo.
Certamente un horror, ma parco di momenti realmente di panico, al contrario di altre produzioni orientali cariche di terrorizzanti iconografie e "bus".
Il regista Tae-kyeong Kim ha nel carnet tre film e tutti horror, gli atri due sono Ryeong (2004) e Don't Click, attualmente in post produzione.

domenica 15 luglio 2012

irresponsabili

Children Shouldn't Play with Dead Things
(L'assedio dei morti viventi)
1973
Stati Uniti d'America
Regia: Bob Clark
Scritto: Alan Ormsby, Bob Clark

Una favola nera by Bob Clark, in seguito creatore dello struggente La morte dietro la porta, lo slasher precursore Un Natale rosso sangue e tanta successiva comicità.
I bambini non dovrebbero giocare con le cose morte. I "bambini" sono i componenti di un gruppo teatrale che non teme di spingersi oltre i limiti del rispetto, ambientando la loro pièce su un'isola, scenario che porta alla mente riti di ogni genere, compresi quelli Vudù legati agli zombi. Capeggiati da Alan, master di prevaricazione e sadismo, andranno proprio a scomodare i trapassati, senza aver nessuna deferenza per la loro condizione. A nulla varrà la maggior sensibilità di Paul e Terry, né la recettività di Anya, né il dietro front di Jeff; accadrà l'irreparabile.
Spesso definito commedia horror, in realtà di un grottesco piuttosto macabro più che farcito di normale umorismo, vanta note caratteristiche classicamente "zombesche", quali il tentativo di riparare in un luogo chiuso (appena cinque anni dopo La notte dei morti viventi), la già citata ambientazione isolana, più legata alla convenzionale tradizione che alla sterzata "romeriana", e il diverso approccio alla situazione dei personaggi, molto diversi tra loro.
Balza all'occhio l'ottimo make-up, che ricorda quello dell'antecedente e di casa Hammer La lunga notte dell'orrore, riproposto in maniera simile in La morte dietro la porta, d'altronde c'è in comune la manovalanza di Alan Ormsby, anche protagonista e sceneggiatore. Ottima anche la scenografia, d'un finto che però dà idea di un palco di teatro, peccato solo per la fin troppo scarsa illuminazione. D'effetto l'apocalisse finale.
Da ripescare per una ventata d'originalità in un periodo in cui è in corso un... cannibalismo commercialmente anche verso il morto vivente.

martedì 10 luglio 2012

diversivo verso Terayama

EVO
2012
Italia
Regia: L. Caligari (Luigi Castellitto)
Soggetto: C. Caligari (Luigi Castellitto)
Sceneggiatura: C. Caligari (Luigi Castellitto)

Fugge, ci comanda con i suoi fili, ci schiaccia: tempo.
Impossibile bloccare il turbine circolare delle lancette, piccoli mestoli in un calderone stregonesco.
È sfiancante l'attesa, opprimenti i ricordi, palpabile il nuovo che sostituisce il vecchio.
Ingiallisce ciò che ci circonda, la stretta è granitica, veniamo ipnotizzati.
Reagire è utopistico.
A te, Shûji.

venerdì 6 luglio 2012

macchie d'incubo

Bastano davvero pochi secondi ad emozionare, quando c'è competenza e passione.
Un violino, un'immagine che pian piano si rivela, pregna di significato, uno schizzo d'autore. Poi un titolo semplice ma potente.
È la sigla del contenitore i giochi del diavolo - storie fantastiche dell'ottocento, curato da Roberta Carlotto e trasmesso in RAI nel 1981. Siamo fuori dai mitici Sessanta e Settanta, abbondantemente osannati, ma riusciamo ugualmente a trovare una proposta profonda, anche istruttiva. Sei le pellicole mandate in onda, una già discussa, La Venere d'Ille, tratta da un racconto lungo di Prosper Mérimée, ma altri fior di autori ci hanno deliziato tramite film per la televisione ispirati a loro opere: Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Henry James, Gérard de Nerval, Robert Louis Stevenson e Herbert George Wells.
Una vecchia scuola che appagava soltanto con un'introduzione.

domenica 1 luglio 2012

sontuosità indigesta

Dream of a Rarebit Fiend
1906
Stati Uniti d'America
Regia: Wallace McCutcheon, Edwin S. Porter
Scritto: Winsor McCay

Un mezzo busto chiaro nella sua opulenza, affogato nella ricchezza culinaria non si scomoda a mantenere un contegno. Ma tanta foga pagherà un notevole scotto, prima percependo un monumento cittadino come un tempestoso pendolo, poi subendo di tutto nella stanza da letto di casa. Anche il sognare di volare, solitamente metafora di qualcosa di piacevole, avrà un risvolto spasmodico, diventerà un vero e proprio incubo. Presente una curiosa sovrimpressione demoniaca, un martellante mal di testa venuto fuori da un "fuoco gastronomico".
L'eccesso di sfarzo è ben punito.