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mercoledì 13 aprile 2011

l'altra prima volta di Alice

Alice in Acidland
1969
Stati Uniti d'America

Regia: John Donne

Scritto: Gertrude Steen


Una commistione fra i film di propaganda stile Reefer Madness, anti marijuana, e Sex Madness, sulle malattie sessualmente trasmissibili, e della pura sexploitation. L'Alice del titolo entra nel mondo dell'LSD, dell'alcool, del sesso libero, tutte correnti ben percorse nel decennio di produzione.
Poco meno di un'ora di film, e la quasi totalità è coperta da scene di sesso softcore, anche se spinte per l'anno, invero molto noiose e prive di tocco artistico, addirittura un po' goffe per i giorni d'oggi. Ad un certo punto pare che i personaggi si inizino a confondere, i singoli scompaiono a favore di un'unica massa dedita alla passione, il tutto diventa più una vibrazione che della materiale carne. Sembra quasi che per apprezzare il tutto appieno debba avvenire proprio l'assunzione di cui si parla, con la deriva in una docu-dialettica molto esplicativa; il finale è poi una vera e propria interpretazione degli affetti di acidi e affini, a colori rispetto al bianco nero del resto del film.
La conclusione e l'inizio trasudano viva condanna ai succitati vizi, mentre il resto ricostruisce in modo quasi entusiastico, con un'azzeccata scelta di accompagnamento musicale fusion e qualche essenziale effetto sonoro "di piacere".
Certamente recuperabile se interessa il tema.

4 commenti:

  1. Un sorriso ..e buona serata
    Gio'
    http://remenberphoto.blogspot.com/

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  2. certo che vai a cercare certe cose... non mi attira, ma grande ammirazione per te caro occhio ;D

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  3. Sarò ripetitivo ma ogni volta che vengo qui mi si stacca un ciuffo di capelli ;)
    Non capisco come fai a trovare queste robe. A parte i soliti complimenti, la sexploitation mi prende parecchio se fatta con umorismo e scanzonaggine ma qui mi sembra un tentativo di rendere serio il genere, mi sbaglio?

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  4. @Dual: vengo a trovarti anche nel blog indicato! :)

    @roby: noi (te compreso :D) weird seeker siamo tremendi, lo sai! :D

    @Eddy: grazie davvero, sono lusingatissimo dei complimenti degli appassionati e felice di far affacciare su nuove cose.:) Anch'io ultimamente ti sto leggendo più spesso, stai aggiornando con una certa frequenza, anche se non mi capita di commentare.
    È vero, in questo caso si tratta di sexploitation seria, addirittura usata a scopo propagandistico, con la furbata di sfruttarla anche in senso eclatante, morboso, ma non scanzonato.

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