1956
Giappone
Regia: Masaki Mori
Trasposizione cinematografica della storia di vendetta del fantasma di Yotsuya, un adattamento della vicenda di lemon e Oiwa, probabilmente anche questo girato con il "consenso di Oiwa", che si erge a gustosi livelli.
Potentissimo per il decennio Cinquanta, trasuda gelo mortifero al momento opportuno, sa far calare la nebbia del tormento come sa trasmettere la dolcezza dell'amore, la cupidigia, lo strazio; propone con dovizia di dettaglio le figure della vicenda, comprese la viscida madre del protagonista e il bramoso Taketsu.
Forte fotograficamente (Hiroshi Suzuki ai pennelli di luce) finanche nei titoli, bianco e nero cereo come un fantasma, effetti per nulla invecchiati. Acqua, fuochi d'artificio, lanterne.
Per il Giappone il decennio degli anni 50 è stato la ricostruzione della loro cinematografia. Interessante il riferimento al' acqua. Elemento simbolico che ricorre spesso nel Cinema giapponese, basti citare Ringu.
RispondiEliminaDue punti essenziali, Nick, ricostruzione post guerra ed elemento acqua ricorrente, spesso simbolo di vita, qui però è da lettura multipla.
EliminaI giappi poi sono sempre molto molto attenti ai dettagli e ai simboli... è una cosa bellissima.
RispondiEliminaMoz-
Una delle cose che ci piacciono dell'Estremo Oriente.
Eliminagrazie... per il mex che mi hai lasciato :)
RispondiElimina:)
Eliminahmmm I wish I would be more in theme with the cinematographic world, so I could understand you better. Well nothing comes thru my mind that could sound interesting...:)
RispondiEliminaYears film, a little 'difficult ones, not easily accessible. But curiosity and what drives the mind to delve do well! :)
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