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mercoledì 26 ottobre 2011

dolcezza fatale

ロボゲイシャ(Robo-geisha)
2009
Giappone
Regia: Noboru Iguchi
Scritto: Noboru Iguchi

Quando si è in cerca di puro intrattenimento, senza inondazioni intimiste, è d'uopo buttare un occhio sul Sol Levante e le sue follie.
Questa pellicola può essere racchiusa in un insieme definibile come "gore divertissement". Celebri esponenti d'esso sono titoli quali Meatball Machine (che è un remake) e suo spin-off Reject of Death, Kataude mashin gâru, conosciuto da noi come The Machine Girl, con spin-off  The Hajirai Machine Girl (Shyness Machine Girl) e Tôkyô zankoku keisatsu (Tokyo Gore Police) di Noboru Iguchi, creatore anche di quello che stiamo per esaminare. I suddetti sono legati fra loro, oltre che per casa di produzione (gli ultimi tre), anche per via di incroci artistici: il regista di Tokyo Gore..., Yoshihiro Nishimura, è stato portato in quel ruolo dopo aver creato effetti e make up in The Machine..., così come in Meatball..., in più ha anche diretto, fotografato ed ha recitato nello spin-off di Meatball Machine. Iguchi ha diretto dei fake trailer presenti in Tokyo Gore... e stessa cosa ha fatto Yûdai Yamaguchi, director di Meatball Machine. Un filo conduttore tortuoso ma simpatico, segno che l'individualismo può essere messo da parte per far posto ad una sana collaborazione.
Veniamo a quest'altro parto di Iguchi, RoboGeisha, che ha dalla sua anche una storia non male. Una coppia di sorelle maiko, aspiranti geishe, vengono invitate in quella che ufficialmente è un'industria produttrice di acciaio, ma che nasconde un'insana associazione che vive per il progetto di distruggere un Giappone, a parer loro, ormai alla deriva. A questo scopo addestrano delle geishe, elementi chiave per arrivare vicino a personaggi importanti ed eliminarli. La minore delle sorelle, Yoshie, è stata fiutata come possibile punta di diamante, ed entrambe finiranno per far parte dell'idea devastatrice. La tecnologia a disposizione è all'avanguardia, alle ragazze vengono impiantate componenti meccaniche, rendendole macchine da guerra. C'è però qualcuno che trama contro, e la cosa darà modo anche alle due protagoniste di redimersi.
Se la trama base pare seriosa così non è per la forma e il resto. Come gli altri film del succitato insieme, è tutto virato verso una voluta esagerazione, un divertente ed onnipresente stile sopra le righe, presente dalla coloratissima fotografia, fino alla caricate interpretazioni, dai dialoghi surreali agli effetti; una totale ironia totale che rende il titolo più una commedia che altri generi cinematografici. Ci sono gli omicidi, le violenze, ma resi grotteschi, sopiti da un'impostazione giocosa che annulla la truculenza, grazie anche all'inventiva "cartoonesca" di effetti speciali, make up, costumi, scenografie e props. C'è da dire che la componente splatter è poco accentuata, molto meno presente rispetto alle opere simili, che invece facevano di essa un punto saliente, nonostante la "plasticosità" e il taglio burlesco.
 In parte gli interpreti, specialmente la simpatica protagonista, Aya Kiguchi, e curiosamente estremizzante la presenza di Asami, attrice anche pornografica e quasi feticcio di Iguchi, che si era fatta apprezzare anche in The Machine Girl (e diremmo anche giù il cappello!). Qui interpreta la parte di un Tengu, le celebri creature del folclore nipponico. Già, perché il film è anche pieno di elementi del Giappone tradizionale, ma non di quelli indecifrabili per gli occidentali.
In negativo, ci hanno convinto poco le lunghe sequenze sentimentali, non sappiamo quanto volontariamente parodistiche, ma un po' troppo stucchevoli.
Insomma, da guardare con la consapevolezza che si tratta di un enorme balocco in 35 mm, che non è adatto per porsi più di tante domande. Forse un certo sottotesto sulla pericolosità delle armi di distruzione di massa e chi le detiene, sull'uso della tradizione di un Paese come metodo per assoggettare, sulla decadenza dello stesso e uno sfottò verso i formalismi è presente, ma chissà quanto ricercato...
Adatto anche ai nostri cinema, farebbe un figurone, e in più ci insegnerebbe che per divertire non è necessario raccontare continuamente storie di liceali in scooter, starlette amanti o volgarità tediose.

12 commenti:

  1. Condivido appieno la parte finale del tuo post, anche se non credo che la cosa verrà mai compresa, già me l'immagino il futuro blockbuster italiano del 2025: NATALE IN OSPIZIO-ALLA RICERCA DEL PANNOLONE PERDUTO! Con boldi e De Sica. :(

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  2. @Nick: eheheh, e dove lo metti "NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI SULLA CARTA DEL LAVORO"? Altro classico futuro, con i liceali Benny e Clary che si mandano a quel paese perché appartengono a diverse corporazioni (ma poi si mettono assieme e fanno all'ammore).

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  3. Figuriamoci se dopo la tua ricca recensione non mi fiondavo a guardarlo!
    Finitooo!!! ;)
    Mi sono divertita molto, alcune sequenze erano davvero comiche, una vecchietta, quando ha tirato fuori la pistola, mi ha fatto ridere di gusto.
    In alcuni punti mi ricordava la serie televisiva "Batman" ed il cartone "Yattaman".
    La protagonista mi è piaciuta molto.
    Unico neo: non ho saputo collocare la scena iniziale.

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  4. @Melinda: velocissima, l'hai visto alle 6 di mattina o tramite portatile, sul bus? :D
    Di "Yattaman" hanno fatto anche il film, tra l'altro con parte di produzione di alcune pellicole citate in questo post.
    La scena iniziala andrebbe nel momento di sfida fra le due sorelle e l'attività dell'associazione, ma chiara non è di certo. Tieni presente anche i rimontaggi diversi dalle prime (che spesso sono in festival) e cose di questo genere.

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  5. Ehehe, ho saputo gestire il mio tempo libero nella giornata odierna!
    Non ero a conoscenza del film di "Yattaman", grazie della dritta ;)

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  6. Il Giappone e l'Oriente in generale mi sanno regalare sempre delle perle nel mio genere preferito che è l'horror (più fantascienza, in questo caso). Perchè non hanno paura dell'estremo e non si vergognano di far vedere che sono fuori di testa.
    Registi come lo stesso Iguchi oppure Sion Sono, Miike, Tsukamoto e altri deludono poche volte:D
    Questo film non l'ho ancora visto e lo recupererò senz'altro. Per quanto riguarda l'adattabilità ai nostri cinema, magari i nostri distributori lo capissero. I commenti sui blockbuster mi hanno fatto scompisciare:D

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  7. "ci hanno convinto poco le lunghe sequenze sentimentali"...concordo...sentimentalismo nn fa per me é_è

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  8. @cinefatti: è infatti una delle mie zone cinematografiche preferite. Ad Hong Kong si è osato molto, in Corea e Giappone idem, tuttora pesantemente, e sono venute fuori anche le realtà tailandesi, filippine, ecc.
    Tsukamoto è, fantozzianamente, un mio padre cinematografico, penso sia stato lui a darmi il la, cosa non avvenuta con un Kurosawa o dintorni, come avvenuto per molti.
    Grazie per la visita, sono già stato da voi, ma devo tornare per approfondire e commentare!

    @Liber@discrivere: ma qui è macchiettistico, tu sei per quello avanzato! :)

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  9. Questo me lo sono perso, lo ammetto.
    A leggere la recensione, mi viene in mente Vampire Girl vs Frankenstein Girl, talmente gore e finto da risultare una cosa trashissima!!

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  10. @Il Bollalmanacco di cinema: e qui mi inchino, perché il film che citi è proprio uno che ho dimenticato di inserire nell'insieme di cui ho parlato, ci stava tutto! Grande!
    RoboGeisha è quindi simile, non molto gore, ma finto e trash.

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  11. @occhio sulle espressioni

    Sarai sempre il benvenuti. Anche noi siamo molto filo-orientali. C'è il Dottor Faust che, se fosse per lui, parlerebbe solo di cinema Orientale. E, infatti, c'è molto Oriente nel nostro blog e i nostri due ultimi articoli lo dimostrano appieno:D.
    A risentirci.

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  12. @cinefatti: visto, articoli molto accurati, da appassionati veri, in più è nato uno scambio di nozioni sul cinema della Corea del Nord di non poco conto, eheh!
    Poi è bene sentire pareri sul Festival di Roma che non siano solo cronachistici e distaccati!

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