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lunedì 11 giugno 2012

sprazzo di Terayama no. 4

迷宫谭 (Meikyû-tan)
1975
Giappone
Regia: Shûji Terayama
Scritto: Shûji Terayama

In questo ennesimo parto di Terayama tutto il potere volge verso una porta che permette di raggiungere la mente, essa rappresenta quel passaggio fra il materiale e le fantasie, accesso noto ma non utilizzato da tutti.
C'è l'operaio che, grazie ad esso, può far vivere le proprie fantasticherie sessuali, ed il lavoratore che può sbizzarrirsi in una dimensione artistica lontana dal suo mondo "manuale", un posto che vede soltanto lui. Per qualcuno l'ingresso è più ostico, come nel caso della borghesia, che può crederlo soltanto un gioco o può esserne indifferente. C'è anche chi, abituato ad una vita sempre in bilico, è talmente sensibilizzato da esserne spaventato, o qualcheduno che, dopo averne usufruito, lo usa per sbarrare parti di vissuto personale.
Ma i più sfortunati sono quelli che non riescono ad aprire il varco, destinati ad avere le personali suggestioni vicine, ma senza potervi accedere.
Il maestro e il direttore della fotografia Fumikazu Fukumoto sono in grandissima maniera efficaci nel trasmettere le emozioni tecnicamente. La rappresentazione è cromaticamente incentrata su un blu/verde profondamente onirico, ma è con l'uso del diaframma che si dà il massimo: come da accademia, si riesce ad isolare il punto da risaltare con una grande apertura dell'otturatore, rendendo il quadro quasi accecante, e ad usare l'estrema luminosità per permettere allo spettatore l'entrata nella magia.

13 commenti:

  1. Alla fine Terayama dovremmo cercare di riscoprirlo nel nostro paese.

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  2. Vorrei consigliarlo agli amanti del teatro, molto simile come rappresentazione.

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  3. Purtroppo non lo conosco. Ma è molto interessante l'attenzione cromatica che hai dedicato per la descrizione.

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  4. il fatto che sia rappresentato come chi lavora manualmente riesce più facilmente a vivere le proprie fantasie è la chiave di lettura di tanti problemi dell'uomo moderno... così represso perchè non capisce cosa fare dei suoi sogni ad occhi aperti, dei mondi paralleli che può immaginare e su cui sarebbe lecito fantasticare senza troppi dubbi..
    pè che chi vive realtà passive-opprimenti (magari ritenute soddisfacenti dai più..)ha meno fantasia...chi usa le mani e fatica ha un cervello che funziona meglio e sa che una fantasia è semplicemnte una fantasia..

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  5. @Clyo: merito del maestro!

    @Serena: è una mia personale visione, ma forse l'intento era proprio quello.
    Concordo sulla incapacità di fantasticare dei "fessi e contenti" e sul potere inverso di altri, quello consapevole.
    Comunque l'opera è decisamente surrealista, per qualcosa caratterizzato da spiccato realismo ti rimando ad altri articoli del blog, con lavori che sicuramente conoscerai.

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  6. Solo per ringraziarti del gentile commento che hai lasciato sul mio blog. Un saluto.

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  7. Sono pronto, ho recuperato una collection di Terayama, stasera guardo e mi sa che inizio proprio con questo

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  8. i dont like movies: quella collection è uno dei modi migliori per gustarsi Terayama. :)

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  9. che bel panoramico surrealista si intravvede ogni volta che passo qua...
    interessante...

    la fotografia sembra un quadro di Dalì (consapevole che non lo è)
    Fukumoto è fantastico

    un saluto

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  10. @asophia82: non avevo pensato a Dalì, è vero, forse meno distorta ma vicina in qualche modo!
    Come sempre ti ringrazio! :)

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  11. Non esiste, questo mi ispira tanto. Non lo trovo da nessuna parte..

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