OCCHIO: degustazione, esegesi...   ESPRESSIONI: visioni, letture, arte...

domenica 3 marzo 2013

la sua mano veniva dall'ombra come un enorme ragno

La frusta e il corpo
1963
Italia, Francia
Regia: John M. Old (Mario Bava)
Scritto: Julian Berry (Ernesto Gastaldi), Robert Hugo (Ugo Guerra), Martin Hardy (Luciano Martino)

Vinciamo ancora una volta la reverenza verso il maestro e parliamo di una sua gemma, tale anche se non facente parte delle cerchie più celebri o meno note, perché un ripasso delizia e permette di essere abbracciati da un calore artistico di difficile reperibilità.
Cliché gotici che più tali non si può, storia di fantasmi, storia di fantasmi della mente, Ottocento e parlate forbite, vecchia Europa, castelli, corridoi, arredi pomposi, lume di candela. E ancora: vestaglie svolazzanti, servitù claudicante, color porpora, cripte, bare. Tutto sotto l'edificante ala di Bava, o by John M. Old, firma del caso in esame, e il solo dirlo potrebbe concludere il discorso.
Il duo formato da Bava stesso e dal fido Ubaldo Terzano celebra la lezione visiva che noi scriventi, avvezzi a mestiere simile, cerchiamo di reinterpretare quasi quotidianamente. Non si lesina con il famigerato zoom, per alcuni solo accessorio, per il Mario di Sanremo un mezzo a fine emotivo e spesso di soggettiva. Le luci sono quelle multicolori a cui ogni attento fan è abituato, molte volte volutamente irreali, quasi infernali, dosate in maniera epocale, tanto quanto la disposizione di visi ed oggetti nell'inquadratura. Altra lezione sono le carrellate, dosate con la delicatezza del clima antico di sfondo, dove, oltre ai bagliori bluastri che da usci entrano in interni, v'è posto anche per la crudezza: il dettaglio gore, la laida grata, il fango... sono sempre dietro l'angolo.
E se qualche particolare può sembrare buffo non c'è da preoccuparsi, viene messo da parte in favore di altri beni, quali, ad esempio, gli oscuri suoni o un cast d'eccellenza: il maestoso Christopher Lee, Daliah Lavi, che qui veste egregiamente i "darkissimi" panni di sostituta di Barbara Steele, Tony Kendall (Luciano Stella), i fedeli comprimari Harriet Medin e Luciano Pigozzi, il Peter Lorre di casa nostra. 
La musica di Carlo Rustichelli sembra diegetica anche quando non lo è, come suonata da un pianoforte onnipresente.
La frusta e il corpo ebbe il coraggio di proporre un tema con un sottotesto sadomasochista nel lontano 1963, nient'affatto velato, tra l'altro. La frusta del titolo è proprio il famoso strumento, che si abbatte sul deliziato corpo della Lavi, con sommo (troppo?) piacere di "vittima" e "carnefice".

12 commenti:

  1. Lo vidi tanti anni fa, e ora me lo hai ricordato in pieno. Ottimo post.

    RispondiElimina
  2. Già, più che "sommo" è un "troppo" e perciò si accompagna alla sofferenza, ad un divieto, alla preghiera, alla punizione; un movimento dialettico, questa volta più che movimento è un enunciato soggettivo funzionale trasferito su una relazione empatica in grado di creare un realismo espressivo, un' unione di codici corporali e fermentanti tratti psichici che si accomunano e si scomunicano vicendevolmente. Come se giocassero a passarsi una palla insaponata che sfugge sempre alla presa, ma che nell'atto dello sfuggire, nello strofinamento che scappa e nei sentimenti di speranza, di attesa, di fantasia dell'appropriazione, nasce il piacere, "troppo" perché resta tra il pieno ed il vuoto, la presa e la perdita o è semplicemente frutto di un'unione unica, irripetibile e differente.
    Mi ha incuriosita! Voglio vedere in che termini tratta "la frustata" e la connessione goth. Lo cerco da vedere!

    Il titolo mi ha fatto venire in mente anche, e non c'entra nulla forse lo so, una risposta di Foucault raccolta negli archivi delle interviste, a proposito del sado-masochismo:
    "Si può dire che il sado-masochismo sia l'erotizzazione del potere, l'erotizzazione dei rapporti strategici. Quello che mi colpisce, nel sado-masochismo, è il modo in cui si differenzia dal potere sociale. Il potere si caratterizza per il fatto di costituire un rapporto strategico che si è stabilizzato nelle istituzioni. All'interno dei rapporti di potere, dunque, la mobilità è limitata e alcune fortezze sono estremamente difficili da far cadere perché sono state istituzionalizzate, perché la loro influenza (...) è notevole. Questo significa che i rapporti strategici tra individui sono caratterizzati da rigidità.
    A questo proposito, il gioco sado-masochista è molto interessante perché, pur essendo un rapporto strategico, resta sempre fluido. Ci sono dei ruoli, certo, ma ognuno sa perfettamente che questi ruoli possono essere rovesciati".
    Lui ne fa una questione di possibile accesso al capovolgimento dei ruoli e di fluidità delle necessità e delle nature. Ma si potrebbe andare oltre, forse con Deleuze, per esempio con Il freddo e il crudele, se si riuscisse a trovare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ci sta proprio malaccio la risposta di Focault, ma con Bava si deve essere spesso pronti a un soggetto molto, molto semplice (non li scriveva sempre lui), l'inserimento dell'elemento erotico si può dire quasi pubblicitario, le volontà più intrinseche forse possiamo mettercele noi e nulla più.
      Comunque recuperalo, l'assonanza goth-sadomaso funziona, pur nella sua essenzialità.

      Elimina
    2. Ah capisco. :)
      Il film l'ho trovato, con i peers morti. Vabè, adagio.

      Elimina
    3. Intanto ti prepari all'atmosfera, magari mettendo una vestaglia e accendendo un candelabro.

      Elimina
    4. Si, buona idea, intanto mi faccio i disegnini con la cera.

      Elimina
    5. E ricorda il capello raccolto, in stile ottocentesco.

      Elimina
  3. È un peccato che tu sia stato costretto ad appoggiarti alla versione francese, purtroppo questo, come molti altri film di Bava colpevolmente non è mai stato proposto su supporto video in maniera adeguata nel nostro paese.
    Purtroppo non abbiamo mai saputo valorizzare molto i nostri artisti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La versione che ho sempre visto è quella con titoli e dialoghi doppiati in italico idioma, tu intendevi proprio quella per il mercato francese?
      Spezzo una lancia sul tuo rimembrar la quasi, qualcosa c'è, assenza di Bava nella distribuzione italica (invece in TV ci salviamo un po'), proprio perché in questi ultimi giorni ho preso due suoi filmoni in Blu-ray, editi a fine gennaio dall'INGLESE Arrow, che ha figliato edizioni con i controfiocchi, piene di extra e dalla qualità visiva ottima, nonché con la possibilità di scegliere anche delle limited edition.

      Elimina
  4. Mai visto, mai sentito, ma le tue parole accendono la curiosità. Dove lo trovo, Occhio?

    RispondiElimina