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martedì 9 aprile 2013

perisca il giorno in cui nacqui

胎児が密猟する時 (Taiji ga mitsuryô suru toki)
(Embrione)

1966
Giappone
Regia: Kôji Wakamatsu
Scritto: Yoshiaki Ôtani (Masao Adachi)


Il direttore di un centro commerciale porta nel suo spoglissimo appartamento-loculo una commessa sua sottoposta, per passare del tempo notturno assieme. Ella è null'altro che un pezzo di carne capace di fare qualche calcolo ed intendersi di merce; è immonda, può credersi razionale perché rientra in determinati ranghi organizzati, è dipendente dal giudizio dell'entourage sociale che le gira intorno, è un sacco di merda che non sa distinguere genitori da fratelli, la carne, l'amore, il piscio, lo sterco, l'umanità
Lei, come le altre, si immagina libera e si trasforma in bestia, perché procrea individui come lui, che starebbero meglio residenti perennemente nell'agio del grembo. Madri colpevoli, che hanno preferito figliare e lasciare il mondo, che non hanno ceduto all'ennesimo accesso edipico, mogli colpevoli perché volevano figli in maniera disumana, non dal proprio uomo. Donne che hanno sempre cercato e ricevuto violenza: Maria Antonietta, sangue che diventa sangue.
La commessa, per l'uomo, non si rivela donna dei sogni ma corpo da tre soldi, che fa puerili moine. È utile per vendicarsi sulla razza procreatrice, da rieducare ad una condizione di pura unione di corpo e di spirito.
Lei, nelle pause dell'espiazione, avrà anche modo di dover cancellare dalla sua testa, in maniera drastica, l'idea che la strada percorsa con lui sia favorevole, più del suo grigio giornaliero.
La soluzione potrebbe essere la riunificazione in lei, con essenza di donna, di madre ed ex moglie del tizio, incorporate. Lui in stato embrionale, spento. Soluzione possibile anche per lei.

6 commenti:

  1. Non so se questo film fa per me, sembra davvero un pugno nello stomaco...
    Un abbraccio
    Mel

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  2. Le tue parole mi hanno ricordato la sequenza finale di 2001: Odissea nello Spazio.

    Penso sempre più spesso che il cinema orientale sappia andare nel profondo più di altri, uno dei pochi in grado di svelarci la verità (quella misteriosa e inconscia che non ha parole), pur seviziandoci e facendoci del male. Una schiettezza cruda, ma efficace e, a volte, necessaria.

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  3. Credo di averlo visto molto tempo fa. Si intitolava "Embryo hunts in secret" o qualcosa di simile. Non me lo ricordo molto bene ma agli indecisi direi che Kôji Wakamatsu è una sicurezza.

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  4. Si direi proprio che Wakamatsu sia una gran sicurezza.

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  5. Wakamatsu rimane un grande, dite benissimo amici, il suo essere controverso non mi è parso mai forzato, sempre influentissimo per il messaggio. Il titolo internazionale è proprio "The Embryo Hunts in Secret". La traduzione dal giapponese, riportata in qualche festival ed altro è "Quando l'embrione caccia di frodo".
    Giusto, Veronica, quel male di tanto cinema orientale ci colpisce e ci spiega, è spesso un male proprio perché noi siamo distanti dalle menti malate di taluni personaggi delle pellicole.
    @GIOCHER: è un vero party! :DDD

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