Paris qui dort
(Parigi che dorme)
1925
Francia
Regia: René Clair
Soggetto: René Clair
Sceneggiatura: René Clair
È il secondo film scritto e diretto dal cineasta-bandiera Clair, dopo l'esperimento dadaista Intermezzo, dell'anno precedente, mentre, come attore ed assistente alla regia, aveva iniziato qualche tempo prima.
Nonostante i picchi della sua carriera siano stati raggiunti con la commedia, in questo cortometraggio di una mezz'ora si affonda pienamente nella fantascienza, a rimarcare la personaità eclettica dell'autore, mai banale, mai corso dietro al momento cronologico, cosa che a fine carriera peserà, sentendosi fuori posto.
Plot: l'armoniosa Parigi, normalmente affaccendata in mansioni quotidiane, viene "freezata" dall'esperimento di uno scienziato che, tramite un raggio, ha diffuso un sonno permanente in tutta la città, e, come si scoprirà, in tutto il mondo. Rimasti immuni soltanto quelli che si trovavano al di sopra del raggio, a ragguardevole altezza: oltre al professore e a sua nipote, il guardiano della Torre Eiffel e un gruppo in volo su un aereo. Inizialmente regnano desolazione e sconcerto, che poi si trasformano in cupidigia: un'intera città a disposizione! Ma una volta assaporato il materialismo cosa rimane? Freddezza, mancanza di larghi rapporti umani, la noia, ciò che il denaro resosi disponibile non può comprare. Sembra di trovarsi di fronte ad un film catastrofico, ad un episodio di Ai confini della realtà incentrato sulla sparizione della razza umana, tutto abilmente reso da una scena tatticamente spopolata e fotogrammi fissi, probabilmente vere e proprie fotografie o cartoline riprese e montate. Con uno slancio coraggioso Clair fa anche pesare la presenza di una sola donna, occupante dell'aereo, pre-incontro con la nipote del prof., una bellissima e "pariginissima" Madeleine Rodrigue, che non può non stuzzicare gli appetiti degli altri uomini svegli. In proposito citiamo una breve scena, dove il suo viso voluttuoso è l'unica cosa visibile di un'inquadrata in realtà più larga, come se sul resto fosse stato applicato un mascherino; possibile censura, dietro ci saranno stati gli altri personaggi, evidente riferimento alla soluzione di una concessione multipla. Nella parte finale spocchia e bramosia si fanno più forti, ma l'epilogo è dei più romantici.
Un'opera, seppur non virtuosa tecnicamente, il montaggio è infatti analitico, precorritrice, che fonde lo sci-fi più tecnico con la dolcezza di un sentimentale e lo slancio di una commedia.
Non conoscevo questo film di Clair, quindi grazie per avermelo fatto scoprire.
RispondiEliminaDa amante della fantascienza quale sei te lo consiglio davvero. È un tipo di trama che può stuzzicarti?
RispondiEliminaUna specie di Flashforward del '25!
RispondiEliminaCredo che non lo vedrò mai (non rientra esattamente nelle mie "vedute") però un plot davvero interessante per essere di quegli anni...
Devo assolutamente vederlo, Parigi è la mia città preferita <3
RispondiElimina@Eddy: sì, davvero avveniristico e precursore.
RispondiElimina@E.: e in questo corto la città fa davvero una bella figura. :)
Perdonami, io parlo poco italiano. Ciao, piacere di conoscerti. Grazie per seguirmi. Hai un blog molto bello. Mi piace pellicola molto.
RispondiElimina@msmariah: il tuo italiano è buono! Grazie a te, ti leggerò! :)
RispondiEliminaCiao, il mio italiano non è così buono. Scrivo meglio di me parlare. :) Ho studiato italiano a di canto lirico. Non credo che ero molto bravo in questo, però, ma ci ho provato. Grande opera è sempre in italiano!
RispondiElimina@msmariah: bella esperienza! :)
RispondiEliminaComunque è un italiano comprensibile, complimenti!
Sembra interessante, ma credo che non ho capito bene, il film è solo di mezz'ora?
RispondiElimina@occhio sulle espressioni-- Sì, grazie. Opera è stata una buona esperienza. Spero di parlare bene. Io ancora sto imparando. Grazie per la pazienza e commenti nel mio blog.
RispondiElimina@msmariah: sai scrivere meglio tu in italiano che io in inglese, di sicuro! :)
RispondiElimina@Sandora: sì, dura poco più di mezz'ora. :)
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