OCCHIO: degustazione, esegesi...   ESPRESSIONI: visioni, letture, arte...

mercoledì 18 marzo 2009

androidi di insolita provenienza

L'uomo meccanico
1921
Italia
Regia: André Deed
Scritto: André Deed

Precursore di produzione italiana. Trama , sequenze, finale, sarà tutto riproposto in molte pellicole della successiva cinematografia mondiale. Purtroppo ciò che abbiamo l'opportunità di vedere è solo una parte dell'opera, originariamente completamente perduta, ritrovata recentemente in Brasile e restaurata nel miglior modo: ottime le virate di colore e plauso alla volontà di mantenere il tratto grafico originale delle didascalie.
Il plot vede uno scienziato inventare un potente androide comandato a distanza ed un gruppo di delinquenti, tra cui una donna, fa di tutto per impossessarsi del necessario per la costruzione. Il tutto sfata ma successivamente la donna riesce, grazie alla forzata collaborazione della nipote dell'inventore, ad avere la sua creatura da mandare a creare caos nel mondo. Fortunatamente il fratello dello scienziato riesce ad opporsi grazie alla costruzione di mostro meccanico simile all'altro che usa per combattere l'originale.
Le sequenze più interessanti sono ovviamente quelle con la creatura presente, davvero avveniristica è la modalità di comando a distanza: un'intera stanza piena di leve, ruote e pulsanti simili al comando di una nave ed il gigante visibile attraverso un grande schermo somigliante ad un plasma TV. Il design della creatura ricorda certi personaggi della sci-fi USA anni Cinquanta, ad esempio il Robbie de Il pianeta proibito, anche se la possibilità di un'ispirazione sia poco plausibile per la già citata causa del ritrovamento quasi attuale della pellicola, al massimo si è potuta sfruttare qualche probabile foto di scena o locandina. Particolare attenzione vogliamo dare ai momenti di distruzione perpetrati dal mostro che, per quanto goffissimi per i nostri giorni, sono da considerare più che sufficienti per il tempo. Grande lo scontro finale nel teatro, versione anni venti delle lotte fra città dei colossi fantascientifici giapponesi.
Il senso della pellicola è riconducibile a molte metafore, ad esempio la mancanza di controllo di certe idee di potenza (che sarebbero molto presto arrivate anche nel nostro Paese) o più materialmente la pericolosità di invenzioni belliche atte alla distruzione su grande scala.

2 commenti:

  1. Wow, davvero interessante.Mi chiedo se il fatto che l'opera sia stata rinvenuta in Brasile sia dovuto all'interesse che il paese dimostratava per il futurismo...Incredibile anche come la storia per certi versi ricordi un po' quella di Terminator (il robot che crea il caos nel mondo, il suo simile che cerca di ostacolarlo).Complimenti per il blog davvero originale, e per ora ho soltanto dato un'occhiata veloce.Stavo dimenticando, ti inserisco subito nella pagina dello scambio link.A presto.

    RispondiElimina
  2. Interessanti entrambe le annotazioni. Alla similitudine con Terminator non avevo mai pensato, acuta osservazione!

    RispondiElimina